Sintesi del viaggio alla scoperta del piede artificiale



PROLOGO 

"[...] l’indicazione dell’oggetto naturale che si intende riprodurre – un organo del corpo umano, un fiore o l’erba, l’intelligenza o la percezione sensoriale – è un processo solo apparentemente immediato." -scrive Massimo Negrotti, in "La cultura dell’artificiale: teoria e realtà". "In realtà, esso non solo dipende largamente dal livello di osservazione [...], ma implicherà conseguenze operative di notevole rilievo [...]. In bioingegneria la cosa è assai nota ed evidente, poiché, nel caso, per esempio, del cuore artificiale, diviene strategico decidere quali parti anatomiche del cuore naturale devono rientrare nella sua definizione non generica: quali strutture, vasi, muscoli, sottosistemi definiscono il cuore in modo che, il modello risultante, rappresenti nel modo più fedele l’organo naturale?"

      Il percorso interdisciplinare, affrontato su questo blog, riguardante il piede protesico, vuole ambire ad essere un viaggio alla scoperta di questo artificiale tra passato e presente, con un passo proteso al futuro.

UNA GUIDA A QUESTO PICCOLO ANGOLO DI WEB

Il piede artificiale è un piede protesico atto a sostituire la parte distale dell'arto inferiore dell'uomo amputato durante un intervento chirurgico in caso di lesioni gravi, di tumori o di incidenti traumatici.  Il termine è tradotto in diverse lingue, tra cui inglese, francese, tedesco, spagnolo e cinese rispettivamente in artificial foot, pied artificiel, künstlicher Fuß, pie artificial, 人造脚Tra i molteplici concetti associati al piede artificiale, i più noti sono l'ingegneria biomedica, le protesi ortopediche, l'evoluzione della tecnologia, il movimento e la deambulazione. 

          Esistono articoli di giornale che trattano del piede protesico. Tra i diversi trovati nel web, il più interessante risulta essere quello che verte sulla protesi per alluce del piede dell'Antico Egitto.

      Al fine di individuare gli elementi del piede artificiale, si è scelta la protesi per arto inferiore 1C40 C-Walk prodotta da Otto Bock. La sottoscritta ha avuto modo di analizzare personalmente la protesi e di ricostruirla con il programma CAD Solidworks. Grazie a questo lavoro ne ha potuto apprezzare l'anatomia e quindi i pezzi costituenti. 

     I materiali sostitutivi del piede artificiale, ovvero quelli usati principalmente in campo biomedico, sono le leghe di titanio e le leghe di cobalto. Il materiale innovativo usato, però, nel piede protesico 1c40 C-Walk, è la fibra di carbonio. Il piede robotico ha, inoltre, molte forme sostitutive poiché è progettato e costruito in maniera molto differente a seconda della loro funzione. Le diverse categorie sono: piedi rigidi, piedi articolati, piedi pluriassiali, piedi pediatrici, piedi a restituzione di energia. Oltre a tutto, è risaputo che la funzione sostitutiva principale del piede artificiale è quella di consentire la riproduzione del ciclo del passo, unità funzionale nella biomeccanica del cammino. 

          Per di più, il piede protesico è al centro di trattazioni scientifiche che, in senso lato, potrebbero essere considerate narrazioni. Si veda "Manuale di chirurgia, Volume 4" del 1838 o "Elementi di chirurgia di Augusto Gottlieb Richter". In chiave più moderna invece si può leggere "Intervista col disabile: vademecum fra cime e crepacci della disabilità". Nella letteratura narrativa, invece, si trovano i racconti autobiografici di personaggi come Alex Zanardi, "Volevo solo pedalare...ma sono inciampato in una seconda vita", o come Giusy Versace, "Con la testa e il cuore si va ovunque". Il background di queste storie è costituto dal rapporto degli autori con le loro protesi. In chiave più romanzata, invece, il piede artificiale è presente nella storia di narrativa contemporanea "Perfect: la perfezione di un attimo" di Alison G. Bailey. 

          Dal punto di vista umanistico, è possibile ritrovare il piede artificiale nella musica grazie alla partecipazione di Giusy Versace a "Ballando con le stelle 10"; nel cinema  nel film "Stronger" di David Gordon Green; nei fumetti di Squadra Speciale Castagna, pubblicazione che divulga l'idea tra i bambini che un tutore, una protesi o un corsetto non sono elementi di cui vergognarsi. 

        D'altro canto, secondo un approccio più scientifico si possono evidenziare le dimensioni e le grandezze fisiche del piede artificiale, le statistiche, i grafici e le specifiche tecniche che lo riguardano. Per i numeri del piede protesico e per le specifiche si è preso in esame il piede C-Walk di Otto Bock che è risultato essere alto al massimo 10,5 cm, ed avere una pianta lunga 24 cm, larga nel punto più esteso 8 cm. Le sue specifiche invece sono state presentate direttamente dai manuali ufficiali forniti dall'azienda. Invece, per quanto riguarda le statistiche si sono analizzati gli andamenti statistici dal 1950 al 2000 che riguardano il budget disponibile per gli amputati transtibiali, l'insoddisfazione degli individui e il progresso della tecnologia in ambito protesico. In particolare, per quanto concerne i grafici, si è analizzato un aerogramma generale che riguarda le amputazioni di arto inferiore in Italia.

      E' interessante notare la molteplicità di simboli che raffigurano un piede protesico. Probabilmente la loro numerosità dipende dai differenti utilizzi. Inoltre sono noti anche diversi rischi associati al piede artificiale derivanti dalla difficoltà dell'operazione chirurgica per l'installazione della protesi. Al fine di migliorare questo prodotto, notevoli tecnologie collaborano tra di loro: l'ingegneria biomeccanica, chimica, dei materiali, elettronica, meccanica e le altre scienze come la medicina, la fisiologia, la medicina riabilitativa, ortopedica e la chirurgia.

        La produzione di piedi artificiali è così ampia che le industrie coinvolte nella sua produzione sono innumerevoli, tra di esse annoveriamo Otto Bock, Officine ortopediche Maria Adelaide di Torino, Procosil, Ossur, Officina Ortopedica di Mariano, Arte Ortopedica, Mancini Ortopedia, Bimarortho.

         Durante quest'analisi approfondita sul tema del piede artificiale si è ritenuto necessario costruire un contenuto glossario trilingue con i termini inerenti ad esso, in Italiano, Inglese e Francese. 

            Uno dei luoghi maggiormente caratterizzante della storia del piede artificiale è sicuramente la sala operatoria, il luogo in cui esso viene installato sul paziente e ne caratterizzerà la vita futura. L'operazione chirurgica è, probabilmente, la fase più delicata riguardante la protesi d'arto inferiore poiché costituisce un processo dagli effetti quasi irreversibili. 

       E' complesso scegliere quale storia dei protagonisti del piede artificiale presentare data l'offerta vastissima. Tuttavia la scelta è ricaduta sull' "Officina dei campioni", Centro Protesi a Vigorso di Budrio dove alcuni tra i quali Alex Zanardi, Bearice Vio e Giusy Versace hanno ripreso confidenza con braccia e gambe artificiali. Per una sociologia dell'artificiale si possono prendere in esame le storie di eroici utilizzatori del piede protesico, tra i quali il pilota Alex Zanardi, la campionessa di fioretto Beatrice Vio, la modella Paola Antonini e l'arrampicatore Hugh Herr.

        Come risulta intuitivo, i modelli reali del piede artificiale sono i piedi umani stessi, mentre i modelli culturali e sociali riguardano le storie dei VIP che fanno delle loro protesi un'abilità aggiunta. Ai fini di rendere uno protesi di mano o di piede più accettabile anche per un bambino, il piede artificiale può avere anche un modello fantastico: quello del piede di un supereroe. Open Bionics, un'azienda britannica, sta già realizzando delle mani bioniche ispirate al mondo dei super eroi. 

          Come ogni oggetto innovativo, ogni modello di piede artificiale possiede il proprio brevetto. Se ne possono trovare tantissimi su Google Patents, tra cui si possono selezionare alcuni particolarmente caratteristici. 

         Sul finire di questa approfondita indagine, che ha esplorato tutti gli ambiti connessi al piede protesico, non poteva mancare una riflessione spirituale, quella riguardante le metafore ad esso associato. Il piede artificiale è connesso alla capacità di camminare e il concetto di cammino è spesso inteso come metafora di percorso di vita. Il saper camminare da soli, inoltre, denota indipendenza, libera ma soprattutto autosufficienza.

            Per dare un senso di completezza a questa ampia ricerca si è anche scritto un abbecedario del piede artificiale e lo si è illustrato al fine di comunicare al lettore le particolari accezioni che lo scrittore intendeva dare ai termini indicati. 

EPILOGO 

Essendo venuti a conoscenza degli enormi passi evolutivi compiuti dal mondo delle protesi nelle ultime decadi e dalle sfide lanciate per i prossimi anni, non si può non pensare alla celebre Mary Shelley che scriveva in "Frankestein":  "Il mondo per me era un mistero da scoprire. Curiosità, bruciante volontà di impadronirmi delle leggi segrete della natura, e una felicità vicina all'estasi quando esse mi si svelavano: queste sono le prime sensazioni che riesco a ricordare."


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