Gli utilizzatori del piede artificiale (per una sociologia dell'artificiale)

Gli utilizzatori del piede artificiale sono colori i quali a causa di malattie o incidenti traumatici hanno subito l’amputazione dell’arto inferiore. Tra tutti i portatori di protesi, si vogliono raccontare le storie di Alex Zanardi, Beatrice Vio, Paola Antonini e Hugh Herr.

 Alex Zanardi ha subito le amputazioni degli arti inferiori in seguito al tragico incidente nel 2001 avvenuto in una corsa, a undici giri dal termine, con il pilota italo canadese Tagliani. Zanardi era rientrato per un rifornimento precauzionale di benzina e con foga aveva ripreso la pista, ma perse sfortunatamente il controllo della vettura. Quando rientrò trasversalmente sulla pista proprio, però, si scontrò perpendicolarmente con la vettura di Tagliani. Per limitare l'emorragia si intervenne drasticamente: si amputarono gli arti inferiori. Nonostante ciò le sue condizioni  le rimasero gravissime per lungo tempo, a causa di altre numerose fratture. Oggi Zanardi un campione olimpico nel paraciclismo.


Beatrice Vio all'età di 11 anni fu colpita da una meningite fulminante che le causò necrosi ad avambracci e gambe, motivo per cui fu necessario amputarle. Fu dimessa dopo tre mesi e mezzo di degenza ospedaliera e dopo si sottopose a riabilitazione motoria. Circa un anno dopo l'insorgenza della malattia riprese l'attività sportiva agonistica come schermitrice grazie a una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto. Oggi è la campionessa paralimpica e mondiale in carica di fioretto individuale.

Paola Antonini era una modella molto famosa in Brasile, che subì un tragico incidente in seguito al quale perse una gamba dalla coscia in giù.  La notizia gettò la modella nella depressione e in uno stato di angoscia. Tuttavia, con molto coraggio ha trovato la forza di reagire, e ora si ritrae in fotografie dove mostra con orgoglio la sua protesi. Paola Antonini ha spesso dichiarato durante le interviste di essere felice e che essere disabile non è un valido motivo per essere infelici. Lei, infatti, non ha rinunciato allo sport e al ballo.





Hugh Herr stava scalando il Monte Washington nel 1982 con il suo compagno di scalata, Jeff Batzer, quando entrambi vennero sorpresi da una tormenta di neve. Rimasero bloccati sulla montagna per tre notti a -29°C. Quando furono salvati, gli alpinisti avevano subito gravi danni da congelamento. Entrambe le gambe Herr furono amputate sotto il ginocchio e il suo compagno Jeff Batzer, perse la gamba sinistra, le dita del piede destro e della mano destra.  Per l’arrampicatore non fu facile rassegnarsi a non avere più le gambe.  Un giorno, però, mentre lavorava alle sue protesi, capì che “non è vero che è qualcosa da accettare e con cui bisogna convivere. Le infermità fisiche possono essere superate attraverso soluzioni tecniche. In futuro la tecnologia sarà abbastanza avanzata che la parola disabile scomparirà, perché la verità è che oggi non è l’uomo, ma la tecnologia ad essere disabile”. Oggi Hugh Herr è un ingegnere biofisico e arrampicatore statunitense. 

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