I luoghi del piede artificiale

Il piede artificiale viene progettato e fabbricato in aziende, installato in sale operatorie e chi lo indossa segue un programma di riabilitazione in palestre specializzate. In tutti questi ambienti industriali, clinici, medici e ortopedici la protesi d'arto inferiore ricopre un ruolo da protagonista.

Si vuole evidenziale la relazione tra la sala operatoria e il piede artificiale poiché in questo entra in contatto con il paziente e ne caratterizzerà la vita futura. L'operazione chirurgica è, probabilmente, la fase  più delicata riguardante la protesi d'arto inferiore poiché costituisce un processo dagli effetti quasi irreversibili. 

Una sala operatoria
La sala operatoria è realizzata con rigide regole che garantiscono elevati standard di igiene, dato che ivi si realizzano le operazioni chirurgiche. In essa si trovano disparate apparecchiature elettromedicali e lo strumentario chirurgico necessario. Di solito un ospedale possiede più sale operatorie e altre stanze funzionali a quella operatorie, come ad esempio stanze per il lavaggio e la vestizione del personale, stanze per la sterilizzazione dello strumentario, magazzino e sale per il risveglio del paziente.

Per la delicatezza delle operazioni che si eseguono in questo posto, il personale deve seguire una dettagliata check list al fine di preparare un ambiente sicuro per l'entrata del paziente. Infatti un intervento chirurgico di posizionamento di una protesi d’anca, ad esempio, dura circa un’ora, ma il paziente rimane in camera operatoria circa 3 ore per tutte le operazioni necessarie, dall'anestesia, alla preparazione del campo operatorio fino al monitoraggio fino al completo risveglio. Per la lettura della check list: le tre fasi della check list, Ministero della salute
Protesi prodotte dalla stampante 3D installate nella sala operatorie,
a destra una ricostruzione del tarso del piede di un ragazzo di 13 anni,
necessaria per ristabilire la continuità ossea
dopo asportazione di una sarcoma di alto grado.

Un nuovo apparecchio elettromedicale inserito di recente nelle sale operatorie, come in quella degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma è la stampante 3D che permette l’approccio alla ricostruzione custom made della protesi in caso di tumori all'osso. Uno dei principali problemi nelle ricostruzioni è adattare dei sistemi standard all’anatomia del singolo caso. Lo sviluppo delle tecniche di stampa 3D consenten di stampare delle protesi in titanio adattate al singolo paziente. Il processo ha inizio da un’immagine CT (Tomografia Assiale Computerizzata) del sito tumorale, dalla quale si ottiene una visualizzazione del sito anatomico da ricostruire.

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